Un cuore sano non è un metronomo: una revisione integrativa dell'anatomia del cuore e della variabilità della frequenza cardiaca

Sintesi

La variabilità della frequenza cardiaca (HRV) e il cambiamento negli intervalli di tempo tra i battiti cardiaci adiacenti sono proprietà emergenti dei sistemi biologici di regolazione dell'omeostasi che operano su scale temporali diverse per adattarsi alle sfide quotidiane e ottenere prestazioni ottimali. 

Questo articolo esamina brevemente la regolazione neurale del cuore e la sua anatomia di base, il ciclo cardiaco e i pacemaker senoatriali e atrioventricolari. 

Il centro di regolazione cardiovascolare nel midollo integra informazioni sensoriali dai centri cerebrali superiori e dati dal sistema cardiovascolare afferente per regolare la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna attraverso percorsi efferenti simpatici e parasimpatici. 

Questo articolo esamina le influenze simpatiche e parasimpatiche sul cuore ed esamina l'interpretazione dell'HRV e l'associazione tra una variabilità della frequenza cardiaca ridotta il rischio di malattia e mortalità, nonché della perdita di funzionalità. Inoltre, approfondisce temi sul sistema nervoso cardiaco intrinseco e sulla connessioni cuore-cervello, attraverso le quali le informazioni afferenti possono influenzare l'attività nelle aree subcorticali e frontocorticali e la corteccia motoria. 

Gli autori considerano la possibilità di nuove prospettive in merito ai meccanismi e alle proprietà fisiologiche sottostanti alle bande di frequenza ultra-bassa (ULF), bassissima (VLF), bassa (LF) e alta (HF). Inoltre, esaminano le misure più comuni sotto il dominio del tempo e delle frequenze, nonché i protocolli standardizzati di raccolta dei dati. 

Nella sezione finale vengono integrate la teoria polivagale di Porges, il modello di integrazione neuroviscerale di Thayer e colleghi, il modello di frequenza di risonanza di Lehrer e colleghi, e il modello di coerenza dell'Istituto di HeartMath. 

Gli autori concludono affermando che un cuore coerente non batte come un metronomo perché i suoi ritmi sono caratterizzati da complessità e stabilità su scale temporali più lunghe. 

La ricerca futura dovrebbe ampliare la comprensione di come il cuore e il suo sistema nervoso intrinseco influenzino il cervello.

 

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